Secondo la tradizione cristiana il mondo, gli animali e l’uomo sono stati creati da Dio. I punti salienti della genesi e delle vicende di interazione tra Dio e gli uomini sono raccolte in un libro chiamato Bibbia.
Altre culture hanno altri libri sacri che narrano vicende diverse e danno nomi diversi alle loro divinità.
Ci sono religioni che parlano di un unico Dio e altre che raccontano di gerarchie fatte da più divinità.
C’è anche chi crede negli alieni, nei rettiliani, negli anunaki, nella luna cava e in altre forme di interazioni tra il divino e l’uomo…
…ma che io sappia non esiste traccia in nessuna sacra scrittura di una specifica arte marziale rivelata agli uomini direttamente da Dio.
Eppure ci sono molti maestri che insegnano le loro arti come se fossero una religione rivelata e all’interno della loro palestra il primo comandamento recita sempre “non avrai altro maestro (shifu, sensei, guro, ecc) all’infuori di me”.
Nella speranza di porre fine a questa pazzia marziale mi sono deciso a scrivere questo articolo.
A dire il vero ci avevo già pensato agli albori di Guerriero Efficace e volevo scrivere qualcosa di più specifico sulle scuole setta ma credevo ingenuamente che le questioni più urgenti da trattare fossero altre e che anche grazie alla globalizzazione e alla diffusione delle informazioni questo problema fosse in diminuzione.
La mia esperienza in questo ultimo anno però mi ha dovuto far ricredere dato che non passa settimana senza che riceva racconti inquietanti da parte di allievi sopravvissuti all’ombra delle scuole setta.
Ma andiamo con ordine e partiamo da un po’ più indietro in modo che anche chi non ha esperienza nel campo marziale possa seguire il discorso.
Perché si insegnano ancora le arti marziali?
Le arti marziali rappresentano un grande strumento per migliorare le abilità fisiche e mentali di chi le pratica
Storicamente la maggior parte delle arti marziali sono nate per la difesa personale ma nel tempo molte hanno preferito non adeguarsi alle esigenze moderne per conservare sia la loro filosofia originaria che una certa etica dello scontro.
Altre arti si sono modificate (o sono nate dalle costole di altri stili) per coltivare alcuni aspetti specifici diversi dalla difesa personale come per esempio l’aspetto artistico, sportivo e salutistico.
Inoltre non tutte le persone che decidono di praticare arti marziali lo fanno necessariamente per la difesa personale.
Molte scelgono alcuni stili perché semplicemente sono belli da praticare o perché sono alla ricerca di nuove abilità (fisiche e mentali) o di nuovi punti di vista motori.
Esiste poi l’aspetto agonistico e alcune arti, (a volte chiamate anche sport da combattimento) danno la possibilità di confrontarsi atleticamente contro un altro praticante.
Infine alcuni cercano esclusivamente l’aspetto salutistico o praticano un certo stile perché amano il tipo di cultura che quell’arte promuove.
Sarebbe quindi sciocco banalizzare l’intero fenomeno delle arti marziali cercando di ridurre il tutto ad un mero esercizio di difesa personale (se invece vuoi capire davvero cosa è meglio studiare per essere efficaci nella Difesa Personale non perderti questa risorsa: link).
Io stesso, che promuovo un sistema specializzato sulla difesa personale moderna, do spazio all’interno delle mie lezioni sia all’aspetto mentale (come puoi ascoltare gratuitamente con il podcast) che all’aspetto sportivo facendo combattere i miei allievi.
Riassumendo possiamo dire che le arti marziali nel loro complesso offrono una grande varietà di ragioni per essere praticate ed è molto semplice per chi si avvicina a questo mondo trovare uno o più stili che corrispondano ai propri gusti e alle proprie esigenze.
E’ quindi probabile che chi fa scherma medievale sia mosso da ragioni e preferenze diverse rispetto a chi fa aikido o pugilato ma non è da escludere perfino che esista anche qualche persona a cui piacciano contemporaneamente tutte e tre queste arti.
E allora qual è l’arte migliore?
Similmente ad altri aspetti della vita la risposta non è univoca.
Tutto dipende dagli obiettivi che muovono il praticante.
Potrei farti un esempio con altri sport:
è meglio il calcio, la pallavolo, la pallamano o il basket?
Sono tutti e quattro sport con la palla ma non ne esiste uno migliore in modo oggettivo quanto piuttosto uno che ci può piacere di più o uno che più si adatta ai nostri obiettivi o alle nostre caratteristiche fisiche.
Se mi chiedi lo sport dove potenzialmente si possono fare più soldi la risposta è il calcio ma sono pronto a scommettere che ci sono persone che lo praticano solo per piacere personale, e non perché intendono fare per lavoro il calciatore, così come ci sono atleti professionisti che se ne fregano dei soldi e preferiscono comunque uno degli altri 3.
L’idea del migliore esiste quindi solo a livello soggettivo o confrontando determinati parametri.
La stessa cosa vale anche nelle arti marziali ma non tutti sono abbastanza maturi da ammetterlo così non è raro che di tanto in tanto qualcuno alzi la mano per dire che la sua è l’arte più “migliorissima” di tutte sotto ogni aspetto: sia oggettivo che soggettivo.
Quando questo accade, quest’arte finisce quasi sempre per essere rivenduta agli allievi con gli stessi meccanismi di una religione rivelata.
Le scuole setta
Di solito la nuova religione marziale va abbracciata in via esclusiva ripudiando le altre arti marziali pagane ed eretiche.
Nella mitologia delle scuole setta di solito c’è un profeta marziale (spesso morto) che avendo ricevuto per illuminazione divina la verità sul modo marziale viene venerato come un dio.
Per lignaggio diretto il profeta ha lasciato a un unico erede l’ottavo segreto di Fatima delle arti marziali.
Il nuovo erede, che va venerato solo un filino meno del profeta, è l’unico depositario della verità e per avere accesso alla sua mistica conoscenza occorre giurargli cieca obbedienza.
La vera fede può essere una sola per cui ogni interazione da parte del praticante con altre arti marziali porterà alla scomunica.
Purtroppo potrei continuare oltre col parallelo tra religioni e scuola setta ma credo che se anche hai poca esperienza tu abbia già capito l’antifona per cui senza indugiare oltre è ora di svelare l’elefante nella stanza.
Einstein ha detto:
“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”
ma io suppongo che anche l’ego di certe persone potrebbe tranquillamente avere le stesse potenzialità della stupidità.
E tra le tante ragioni sbagliate per cui le persone si avvicinano alle arti marziali c’è anche una sorta di ipertrofia dell’ego mescolata a un meccanismo deviato di riscatto sociale.
Quando qualcuna di queste persone disturbate trova il modo di diventare insegnante possiamo assistere alla nascita di una nuova scuola setta.
“Il cammino del marzialista timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi.”
Ezechiele 25:17 (adattamento dalla Bibbia di Pulp Fiction)
Il maestro della scuola setta, al pari dell’istruttore di Krav Magia (che per magia è diventato istruttore in un fine settimana) è uno dei peggiori pericoli posti sulla strada del praticante.
Di scuole setta ne esistono per ogni arte marziale ma se devo fare la classifica di quelle per cui la gente mi parla di più e mi racconta le storie più assurde ce n’è sicuramente una che le batte tutte ed è la setta di Wing Chun ology.
Giusto perché qualche talebano non parta per la tangente leggendo queste mie parole ci tengo a precisare che non ho niente conto al Wing Chun e ho degli amici che sono degli ottimi insegnanti di quest’arte ma per qualche ragione che mi sfugge, il Wing Chun (o Wing Tzun così non facciamo torto a nessuno) è anche quella, come dicevo prima, che se devo fare una statistica (basata su ciò che mi scrivono e mi raccontano le persone quando le incontro) vanta il maggior numero di segnalazioni di scuole setta.
Il problema con alcuni insegnanti di Wing Chun parte da lontano e giusto per darti l’idea la parola Wing Chun ology (che deriva dall’accostamentro tra il wing Chun e Scientology) non l’ho inventata io ma già verso la fine degli anni 90 girava nel mondo delle arti marziali perché fin da allora molti Shifu avevano la tendenza, più che a insegnare un’arte marziale, a costruire un mix tra un sistema spilla soldi e un vero e proprio culto ostile verso le altre arti.
A quei tempi molte scuole di Wing Chun erano gestite con un complesso sistema piramidale per cui i costi crescevano di lezione in lezione in modo così esponenziale che dopo qualche anno gli esami arrivavano a costare anche più di un milione di lire.
A tutto ciò vanno ad aggiungersi in certi casi:
- dimostrazioni di energie mistiche vendute come poteri soprannaturali
- punizioni e umiliazioni degli allievi che fanno domande scomode
- sistemi per estorcere soldi ad ogni occasione (come il ragazzo che mi ha raccontato che per fare una domanda al suo Shifu bisognava pagare un extra)
- e altro ancora
E’ facile quindi capire che tra il sistema mangia soldi e la struttura a setta di alcune scuole di Wing Chun non c’è voluto moto perché alcuni ex praticanti scottati dall’esperienza iniziassero a prendere in giro quest’arte chiamandola Wing Chun ology.
Io qui non voglio assolutamente fare di tutta l’erba un fascio e non intendo dire che tutte le scuole di Wing Chun siano dei corsi setta; esattamente come quando ho svelato i retroscena del Krav Maga non intendevo dire che tutti i corsi con quel nome siano una truffa.
Il mio intento è quello di aiutare le persone non ancora esperte informandole sui potenziali pericoli perché a quanto pare è più facile trovare un corso di Wing Chun Ology e di Krav Magia (dove l’insegante per magia è diventato istruttore in un fine settimana) che non un corso serio di Wing Chun e Krav Maga.
I campanelli di allarme delle scuole in stile Wing Chun ology
Per molte persone il viaggio nelle arti marziali è limitato a una sola disciplina ma non esistono ragioni valide per cui un essere umano nella propria vita non possa sperimentarne con successo più d’una.
Bruce Lee, Dan Inosanto, e altri grandi maestri ne sono la prova…
…ma nel loro piccolo lo sono anche tutti i praticanti di MMA (Mixed Martial Arts) o di sistemi di autodifesa che prevedono al loro interno più di un’arte.
Ovviamente studiare più arti dovrebbe voler dire dedicare sufficienti tempo ed energie ad entrambe per cui se un corso prevede 2 allenamenti e tu ne vuoi saltare uno per fare un’altra arte è ragionevole pensare che stai disperdendo le tue energie e che in questo modo non diventerai bravo in nessuna delle due.
Ma se gli allenamenti non sono in conflitto e hai tempo, energie e denaro per seguire con profitto entrambi i corsi non c’è mai un vero problema.
Per cui quando qualcuno mi scrive per chiedermi consiglio perché il suo Shifu (maestro) gli ha detto che deve fare una scelta: “se fai Wing Chun non puoi fare nessun altra arte marziale” (a volte sostituito da frasi più diplomatiche come: ti sconsiglio, devi fare una scelta, non hai la mia approvazione, mi deluderesti, vuol dire che non hai capito niente, ecc) allora dico sempre a chi mi scrive che ha trovato un vero corso di Wing Chun ology.
A titolo esemplificativo citerò qui una delle tante testimonianze giusto per chiarire la follia di certi maestri:
Un ragazzo poco più che trentenne che praticava da 10 anni Wing Chun iniziò a frequentare delle lezioni private di un’altra arte perché era interessato all’aspetto armato (non presente nella sua scuola di Wing Chun).
Con ingenuità il ragazzo confessò al suo insegnante di aver iniziato quel percorso al che il Shifu gli ha detto: “non puoi fare anche quello stile perché contamineresti quello che ti ho insegnato fino ad ora. Devi scegliere o me o lui.”
Dopo 10 anni di leale frequentazione della scuola il ragazzo ci rimase così male che decise di smettere col Wing Chun e continuare gli allenamenti della nuova arte ma poiché il problema non era il Wing Chun ma l’atteggiamento del Shifu egli continuò ad allenarsi al parco con alcuni dei sui ex-compagni.
Quando il Shifu di Wing Chun lo scoprì vietò a tutti gli studenti della sua scuola di allenarsi con l’allievo esiliato e minacciò di cacciare dalla scuola chi al parco si fosse allenato ancora con l’eretico.
Non credo ci siano tante cose da aggiungere…
Provando a immaginare la delusione di chi si trova ad aver dedicato 10 anni della propria vita (oltre che molti soldi) ad un’arte per poi essere trattato a pesci in faccia solo per aver avuto la curiosità di guardarsi intorno non posso che provare molta tristezza.
Debellare certi modi di ragionare so che è impossibile ma mi piacerebbe sperare che anche grazie alla velocità con cui le informazioni si diffondono in rete (magari grazie anche alla condivisione di questo articolo) in un futuro molto vicino nessun praticante sano di mente finisca più in scuole del genere.
Anche perché le arti marziali offrono enormi benefici, come puoi leggere in altri mei articoli (come per esempio questo o nei podcast), ed evitare le più grossolane insidie è abbastanza facile se si hanno le giuste informazioni (come la guida gratuita, i podcast o gli altri articoli del blog).
Se sei un principiante usa la testa e drizza le antenne:
se davanti a te trovi persone poco preparate o che millantano strani poteri o che ti vogliono evangelizzare al loro credo marziale: cambia palestra.
Nessuno stile marziale è l’opera di qualche essere illuminato superiore ma ogni arte è il frutto di elaborazioni ed esperienze empiriche di molti uomini che hanno dedicato la loro vita alla ricerca.
Alcuni di questi uomini furono dei grandi personaggi e nella storia delle arti marziali sono esistiti anche molti maestri meritevoli di rispetto e che sono stati delle preziose guide per i loro studenti…
…ma la verità non vive mai in un solo posto e come suggeriva saggiamente anche Bruce Lee (che tra le varie esperienze da ragazzo fece anche un po’ di Wing Chun) il segreto è “usare la via come non via” e “l’assenza di limiti come unico limite”
Che tradotto vuol dire:
per imparare hai bisogno di un percorso (usare la via) perché imparare da soli è impossibile ma per crescere davvero a un certo punto dovrai superare i limiti del percorso stesso per non rimanerci intrappolato.
Se il tuo insegante si rivela più un limite che un acceleratore della tua crescita quando sarai sufficientemente esperto (avrai usato la via) dovrai trattare il percorso non come un dogma ma come una “non via” perché non ci sono limiti a quello che puoi imparare tranne quelli che tu stesso ti imponi.
“oggi sii umile, sorridi e allenati perché presto sarà già domani”
Alla prossima
Enrico Luciolli